giovedì 18 luglio 2013

Uno sguardo alle "Leopolde"

Stazione Leopolda Firenze

La stazione Leopolda è stata la prima stazione ferroviaria costruita a Firenze ed oggi è adibita a sede per meeting, congressi e varie manifestazioni. Si trova in viale Fratelli Rosselli sui viali di Circonvallazione.

La stazione Leopolda in una stampa ottocentesca


 Dopo l'ottenimento della concessione governativa nel 1837, nel 1841 iniziarono i lavori per collegare Firenze con una ferrovia verso Livorno (quando era già attiva la linea Livorno - Pisa, la prima della Toscana). A Firenze fu previsto una stazione a capolinea per la quale il Granduca Leopoldo II incaricò l'architetto Enrico Presenti, usando una spiazzo appena fuori dalle mura, vicino a Porta al Prato.
I lavori procedettero un po' a rilento e nel 1848 si era già iniziato a costruire una seconda stazione per la linea verso Pistoia e Lucca più centrale, a ridosso di Santa Maria Novella, che venne dedicata alla moglie del Granduca Maria Antonia di Borbone-Due Sicilie (la futura Firenze Santa Maria Novella). Il 3 febbraio la Stazione Maria Antonia veniva inaugurata, mentre per la Stazione Leopolda (dedicata al Granduca) si dovette aspettare fino al 12 giugno.
Il grande corpo dello scalo era progettato su tre grandi vani, uno centrale per i binari e gli arrivi/partenze e due laterali per i servizi, decorati in stile neoclassico.
Con il tempo però la stazione più centrale vedeva un crescere continuo di passeggeri e si decise di dirottarvi tutte le linee regionali e nazionali, prima della chiusura della stazione Leopolda, avvenuta già nel 1860.
Iniziò così la questione di come riutilizzare l'edificio. Nel 1861 i locali vennero usati per ospitare la prima Esposizione Nazionale, inaugurata dal re Vittorio Emanuele II, alla quale parteciparono più di seimila espositori nei più disparati campi delle arti, delle scienze e delle industrie italiane, e che fu visitata da circa trentamila persone. Fu una delle prime occasione nelle quali vennero esposti quadri della nascente scuola dei macchiaioli. Il risultato però tutto sommato deludente per gli organizzatori (i paganti furono alla fine solo tremila circa) portò a non ripetere l'esperienza.
Durante il periodo di Firenze Capitale (1865-1871) vi fu ospitata la Direzione generale delle gabelle e della dogana, dopo una ristrutturazione architettonica a cura dell'architetto Marco Treves, che sopraelevò i corpi laterali e divise ricavò altre stanze per gli uffici creando un mezzanino.
Oltre agli uffici, la stazione ospitò anche un'officina per la manutenzione dei treni, usando in piccola parte i vecchi binari ferroviari. Più tardi, dal 1905 l'officina venne potenziata usando gli spazi lasciati vuoti dagli uffici già trasferiti a Roma.
Durante la prima guerra mondiale poi vi venne creato un laboratorio di industria pesante per la produzione di proiettili. Nel successivo conflitto invece gli stabilimenti si dedicarono esclusivamente alla riparazione del materiale rotabile. Durante l'occupazione nazista gli operai appartenenti ai movimenti della Resistenza compirono sabotaggi e imboscamenti di materie prime, almeno fino al bombardamento del 2 maggio 1944 che fece chiudere le officine.
Dal dopoguerra l'edificio ha subito altre modifiche e sottrazioni, che ci hanno consegnato sostanzialmente un grande locale al centro dell'edificio, usato fino al 1993 come deposito ferroviario, prima di avviare un processo di recupero dei locali superstiti della stazione da usare come spazio polivalente, da un'intuizione di Mario Mariotti, che la usò per la prima volta con l'iniziativa del "Muro d'Artista".


Come si presenta oggi

Oggi è uno degli spazi più duttili della città, gestito da Stazione Leopolda S.r.l. una società di Pitti Immagine, con il grande vano dell'ex officina usato di volta in volta per manifestazioni e eventi diversi, dalla musica alla moda, dalle fiere mercato alla discoteca.
La sua valorizzazione come spazio teatrale è legata alle iniziative di "Fabbrica Europa" ideata all'inizio degli anni '90 da Progetti Toscani Associati che qui ha richiamato artisti internazionali per eventi di danza, musica, teatro, arti visive, incontri, laboratori e produzioni indipendenti. Si tratta di uno spazio che per le sue caratteristiche sembra votato ad accogliere programmi interdisciplinari ed eventi significativi della contemporaneità, oltrepassando sia le frontiere di genere tra le diverse discipline sia le frontiere geografiche tra le diverse culture.
Il festival "Fabbrica Europa" è diventato un evento cittadino, nazionale e internazionale di primo piano e si tiene ogni anno a maggio.



Fonte Wikipedia



Stazione Leopolda (Pisa)



La Stazione Leopolda è stata una delle prime stazioni ferroviarie europee.

Il Granduca Leopoldo II di Toscana intuì precocemente l’importanza della ferrovia per lo sviluppo del territorio. Per tale ragione chiese ai propri tecnici la progettazione di un percorso ferroviario che, a differenza della ferrovia Napoli - Portici, non servisse soltanto a manifestare il segno del proprio potere, ma svolgesse una reale funzione economico-commerciale. La prima tratta ferroviaria toscana avrebbe infatti dovuto collegare la capitale al porto di Livorno, il più importante scalo del Granducato.
Vennero allora proposti ben quattro diversi tracciati, di cui uno solo passava per Pisa: l’idea prevalente era quella di una strada ferrata ad uso esclusivo del trasporto merci. Fu Robert Stephenson che, interpellato dal sovrano, nella sua relazione del 1839 suggerì invece il percorso Livorno - Pisa - Pontedera - Firenze, in quanto avrebbe consentito un uso promiscuo della ferrovia, per le merci e la popolazione.
La costruzione della ferrovia avvenne in quattro lotti. Il primo tratto fu quello tra Livorno e Pisa, iniziato nel giugno del 1841 sotto la guida di William Hoppner (ingegnere delegato dallo Stephenson). La sua realizzazione avvenne piuttosto lentamente. Per coprire i 12 km pianeggianti del percorso furono infatti necessari 3 anni: l’inaugurazione della tratta si svolse il 13 marzo 1844. Il secondo tronco tra Pisa e Pontedera (19,4 km) si concluse il 19 ottobre 1845. Il terzo tratto, Pontedera - Empoli (26,8 km), venne inaugurato il 20 giugno 1847. Il quarto, che congiunse Empoli con Firenze, fu ultimato il 12 giugno 1848, nel pieno della Prima Guerra d’Indipendenza.
La progettazione della Stazione Leopolda di Pisa fu affidata all’architetto fiorentino Giuseppe Martelli (1791 - 1876), il cui progetto originale venne realizzato solo parzialmente, anche se le caratteristiche architettoniche e strutturali furono sostanzialmente rispettate.
Il piazzale della stazione occupava un’area di circa 6.300 mq. Al suo interno vennero costruite due strutture lunghe 66 m e larghe 9.40 m, accoppiate longitudinalmente a due falde ognuna, con tetto in cotto toscano e gronde e finiture in rame. Il tetto fu realizzato con una serie di doppie capriate in legno poggianti su tre setti murari identici tra loro e paralleli, resi permeabili da un sistema continuo di archi ribassati. La stazione era completamente coperta e probabilmente divisa in settori passeggeri e merci. Accanto ai capannoni si trovava un edificio, oggi demolito, destinato ad andito di accesso, ai servizi per i viaggiatori e agli spazi per il personale.
A seguito dell’approvazione, il 23 marzo 1871, del piano urbanistico Micheli e la conseguente realizzazione della nuova stazione centrale, la stazione della Leopolda venne soppressa, pur continuando a funzionare fino al 1929 come scalo merci. Da allora al 1993 l’area è stata utilizzata come mercato ortofrutticolo cittadino.
Nel 1994, in seguito al trasferimento del mercato, numerose associazioni cittadine proposero di trasformare la Leopolda in un centro socio-culturale. Nel 1996 il Comune di Pisa ha avviato i lavori di recupero della struttura, realizzati grazie a un finanziamento della Regione Toscana (fondi UE).

La Leopolda si offre oggi alla città come un moderno centro multifunzionale gestito dall’Associazione Casa della Città Leopolda, che raccoglie le associazioni coinvolte nel progetto.



Fonte

Nello spazio storico della stazione (due navate di uguali dimensioni separate da un'arcata - le due navate possono essere impiegate separatamente - per un totale di 1.400 metri quadrati in grado di accogliere fino a 1.000 persone) vengono ospitati eventi interdisciplinari (convegni, fiere, mostre, spettacoli, cene di gala) e numerosi laboratori; negli edifici adiacenti un centro multimediale, una fumettoteca, una ludoteca e una sala-prove per il teatro, la danza e la musica. Quest'ultimo spazio ha il pavimento in legno ed è dotato di una grossa apertura sul cortile che consente di organizzare attività che prevedono uno scambio tra l'interno e l'esterno.

Wikipedia


Stazione di Livorno San Marco


La stazione di Livorno San Marco, storicamente nota come stazione Leopolda, è la più antica stazione ferroviaria della Toscana e tra le più antiche d'Italia; fu costruita, infatti, assieme all'apertura della prima strada ferrata del Granducato.
Ridotta nel corso degli anni ad un semplice scalo merci, è oggi dismessa e mostra gravi segni di abbandono e degrado; ospita solo un ufficio del gruppo FS ed alcuni appartamenti, mentre nello scalo retrostante sono abbandonati numerosi vagoni e, fino al 2008, qui erano accantonati alcuni locomotori del gruppo E.491
Nel corso del 2008 il fabbricato e le aree di pertinenza della stazione sono state poste in vendita.
Nonostante il suo valore storico, è l'unica delle tre grandi stazioni della ferrovia leopolda (oltre a Livorno, quelle di Firenze e Pisa), a non essere stata interessata, fino ad oggi, da concreti progetti di riqualificazione, malgrado siano giunte da più parti diverse proposte di riuso: dalla semplice riattivazione per servizi commerciali, al museo ferroviario

La stazione nel XIX secolo
Nella prima metà del XIX secolo le autorità granducali acconsentirono alla costruzione di una linea ferroviaria tra Firenze e Livorno, il principale sbocco commerciale dello stato lorenese. Grazie all'opera di Pietro Senn e di Emanuele Fenzi furono trovati i finanziamenti e nel 1840 fu approvato il progetto redatto dall'ingegner Robert Stephenson.
Al contempo furono avviati i lavori della Stazione di Livorno San Marco, posta in corrispondenza dell'omonimo varco doganale lungo le Mura Leopoldine. L'inaugurazione della stazione avvenne nel 1844, quando fu portato a termine il tracciato tra Livorno e Pisa; nel 1848 i binari raggiunsero la Stazione Leopolda di Firenze. Inoltre, tra il 1856 ed il 1858, lo scalo di San Marco fu messo in comunicazione diretta con la Stazione Marittima del porto di Livorno, realizzata mediante la colmata di un ampio specchio di mare.
Successivamente, intorno agli anni sessanta dell'Ottocento, fu attivato il collegamento con Collesalvetti; pochi anni dopo, con la costruzione della linea diretta tra Collesalvetti e Pisa, la stazione fu esclusa dalla direttrice principale. La successiva apertura del tracciato costiero riportò la città al centro della direttrice nazionale, ma lo scalo di San Marco fu sostituito da una stazione passante posta al termine del viale degli Acquedotti e fu essenzialmente delegata allo smistamento dei carri merci.

La Stazione di Livorno San Marco è costituita da un corpo di fabbrica che si snoda su tre lati attorno ai binari d'arrivo; la facciata principale, posta sul lato occidentale della struttura, è costituita da un blocco più elevato preceduto da una pensilina metallica. Il prospetto visibile dalla piazza Bartelloni costituisce l'elemento trasversale dietro al quale si attestano i binari ferroviari; esso presenta una serie di aperture, modificate in epoche successive, inquadrate in arcate cieche.
Tale configurazione risale alla seconda metà dell'Ottocento, quando l'edificio, in principio piuttosto semplice, fu riedificato, ampliato e coperto da una vasta volta metallica. La volta, che costituiva l'elemento più caratteristico della costruzione, fu smantellata negli anni antecedenti alla seconda guerra mondiale per recuperare il ferro necessario agli armamenti.
Attualmente l'edificio, posto alle spalle del porto e della zona industriale, versa in condizioni di grave degrado.











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